Investire nelle Economie Emergenti

Come investire nei Paesi emergenti?

I cosiddetti Paesi emergenti sono quelli che mostrano un’Economia in notevole rialzo con partenza da una piuttosto depressa. In realtà sono considerati Paesi emergenti anche quelli che ormai hanno consolidato anche in maniera significativa una crescita interessante arrivando da una condizione che li faceva considerare Paesi poveri sui quali investire era davvero un azzardo. In questo tipo di investimento occorre essere particolarmente attenti perché la crescita mostrata potrebbe essere solo temporanea e l’economia nazionale potrebbe ripiombare verso il basso da un momento all’altro. Un buon indicatore sulla credibilità e sostenibilità dell’investimento sono i giudizi delle Agenzie di Rating internazionali, composte da esperti di economia che analizzano in maniera dinamica molti fattori e determinano la sostenibilità dell’Economia, la sua solidità che è il presupposto fondamentale per affrontare un investimento con i minimi rischi possibili.

Il 2018 si prospetta come un anno favorevole a questo tipo di investimento dal momento che la crescita economica media mondiale si attesta al 3,3% a livello globale, mentre quella dei Paesi emergenti è superiore, attesa nel 4,9%. Tuttavia questo è un dato statistico complessivo, che significa che anche tra le economie emergenti ve ne saranno di anche con crescita oltre il 6% ma altre al di sotto della crescita media globale. Si pone, a questo punto, l’interrogativo di dove investire il proprio denaro, quali economie emergenti considerare come interessanti e con un rischio affrontabile.

In quali economie emergenti investire?

La Cina presenta un’economia prevista in ampia crescita anche nel 2018, sebbene in misura leggermente inferiore all’anno precedente ma consolidata già da anni su livelli che in Europa appaiono come un sogno irrealizzabile; nel 2017 il Pil cinese è cresciuto del 6,8% mentre nel corso di quest’anno è atteso al 6,4%, comunque una percentuale parecchio elevata. Il calo è dovuto essenzialmente all’inasprimento delle condizioni monetarie. Oltre alla quantità di crescita occorre anche guardare, comunque, alla sua qualità perché è questa che indica le prospettive in un’ottica più avanzata e l’industria cinese ha le carte in regola per mantenere una buona crescita anche negli anni a venire, soprattutto nella considerazione della forte svolta ecologista iniziata nel colosso asiatico che apre le porte anche a importanti investimenti nella Green Economy.

La Russia ha avviato da alcuni anni una politica di Flat Tax che ha portato ad un innalzamento dell’Economia, ad uno sviluppo interessante anche dal punto di vista fiscale, con una tassazione intorno al 13%. Le prossime elezioni presidenziali russe dovrebbero portare ad una condizione di stabilità ulteriore che è anche garanzia di continuità sulle scelte politiche che hanno consentito alla Russia un significativo tasso di crescita con inflazione bassa, che significa maggiore benessere e aziende sane ed efficienti. Anche altri Paesi del Centro-Est Europa mostrano condizioni interessanti per investire, come, ad esempio, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, per citare i principali ma anche la Romania è in interessante crescita, sebbene non ancora sufficientemente stabilizzata per considerare abbastanza sicuro un investimento, se non nel settore immobiliare.

La loro Economia sarà anche trainata dalla crescita complessiva dei Paesi dell’Eurozona. Certo in tutto questo un certo peso è da attribuire anche alle politiche commerciali e fiscali Americane che potrebbero incidere anche in maniera significativa sullo sviluppo delle economie emergenti. In Cina in particolare occorre tenere conto che insieme al Pil è enormemente cresciuto il Debito Pubblico che potrebbe rappresentare un problema non da poco nell’economia Cinese. Il Governo di Pechino è impegnato a studiare il modo di correggere questi fattori negativi senza frenare lo sviluppo economico e dalle scelte governative dipenderà parecchio anche la sicurezza e convenienza di investimenti soprattutto sul medio-lungo periodo.